Giubilare, gioire, essere lieti: domenica 12 dicembre si respirava aria di festa, tra le note del coro Stecchino d’Oro e la città illuminata per le Feste. Natale è vicino, e come i pastori tanti bambini, affiancati da genitori, nonni e catechiste, si sono messi in cammino, guidati da Santa Lucia e accompagnati dalla musica del baghet.
Un fiume allegro, rumoroso, punteggiato dal chiarore dei lumini, ha attraversato le vie del centro, non passando certo inosservato, per giungere alla Porta Santa. “Ogni volta che attraverserete la porta d’oro ricordatevi che Gesù è vostro amico”: con queste – all’apparenza – semplici parole, don Giovanni Boellis ha spiegato il senso del giubileo ai bambini presenti in Santuario. A seguire canti, preghiere, letture – su tutte il brano del Vangelo di Luca che narra l’episodio di Zaccheo, il piccolo peccatore che riceve nella sua casa il Salvatore – e infine “30 secondi di silenzio”, per ringraziare e chiedere scusa. Perché c’è un Padre che ama e perdona sempre, e c’è una Madre che 500 anni fa con il suo pianto ha salvato Treviglio e ne ha fatta la storia, permettendo a tutti noi di averne una.
Così, sotto lo sguardo della luna splendente nel cielo terso, i piccoli, chiamati per primi a festeggiare la solennità dell’anno Santo trevigliese, sono stati congedati con un pensiero dolce, anteprima del passaggio notturno di Santa Lucia.
Daniela Regonesi